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04 Aug 2017 | filed under:

Il 27 luglio ci siamo riuniti nuovamente con la community open rampette per condividere i risultati finali sul progetto.

Abbiamo presentato le evoluzioni dei prototipi prodotti per entrambe i temi trattati: “la chiamata” e “la procedura”; Oltre a lavorare sui due temi, abbiamo capito che c’era un terzo argomento che stava emergendo e necessitava di essere trattato a parte: “la comunicazione ”.

La chiamata Per quanto riguarda la chiamata abbiamo condiviso con la comunità le osservazioni ottenute durante il test di usabilità del prototipo (potete leggere di più qui). E abbiamo permesso ai partecipanti all’evento di testare i prototipi migliorati.

La procedura Il giorno prima dell’evento abbiamo avuto la possibilità di testare il prototipo in qualche negozio reale intorno al quartiere isola (leggi qui i risultati dei test qui). L’evento collettivo è stato il momento perfetto per condividere ciò che abbiamo appreso.

La comunicazione Sebbene il tema parzialmente si sovrappone ai due temi già discussi, abbiamo deciso che aveva abbastanza importanza da essere trattata da solo.

Il nuovo tema vuole dare risposta ad alcune domande già affrontate durante la fase di ricerca: Come faccio a riconoscere se un negozio è accessibile? Come faccio a sapere dove trovare un negozio accessibile in città? Come può Minerva esplicitare il fatto che è ben attrezzata per accogliere dioniso?

Crediamo che la comunicazione del messaggio giusto in termini di accessibilità sia importante quanto la formulazione di tutti i documenti necessari per essere “legali”. Infatti, come discusso anche durante il test di utilizzo del nuovo campanello, il semplicissimo adesivo che abbiamo progettato dà a Dioniso la sicurezza che quel campanello è per lui.

Takeaways

Dopo aver presentato gli sviluppi su questi tre argomenti temi, abbiamo terminato la nostra presentazione, condividendo alcuni insegnamenti che abbiamo imparato durante il processo

dallo specifico al generale I maker hanno solitamente questo tipo di approccio: Si inizia a fare qualcosa e si riflette sul suo possibile impatto; si fa questo in maniera iterativa e ad ogni iterazione si cerca di migliorare il progetto. Pensare praticamente in termini di soluzioni all’inizio del processo di progettazione fornisce un solido punto di partenza che può essere utilizzato per testare un’ipotesi e mettere in discussione nuove idee sin dall’inizio. Nel mentre si itera il progetto, si continua a pensare a come la soluzione possa adattarsi nel contesto e come possa collegarsi agli altri pezzi del sistema.

Soluzioni concrete Lasciare che la gente tocchi con le mani alcuni prototipi e sperimenti un potenziale miglioramento in merito a delle problematiche non è solo il modo migliore per raccogliere i feedback; Ma è anche un modo super efficace per dimostrare ai responsabili dell’amministrazione cittadina che le cose possono essere modificate e migliorate.

Voci / esperienze multiple e nuovi canali di comunicazione Lungo il progetto abbiamo creato un ambiente aperto a critiche e idee provenienti da diverse prospettive. Il momento di partecipazione attiva ci ha dato l’opportunità di impegnare uffici e funzioni del comune non direttamente collegate al progetto (ad es. Ufficio suolo pubblico e urbanistica)

Test e iterazioni per una politica agile Piccole iterazioni, ricerca degli utenti, interviste sono pochi elementi che hanno guidato il nostro processo di progettazione. Mentre questi concetti e strumenti sono ben accettati nel mondo dell’industria (sia nel mondo delle startup che in aziende più robuste), nel campo politico, delle regolamentazioni e dell’amministrazione della città, non sono ancora state scoperte. Riteniamo che alcune delle tecniche adottate possano essere tradotte nel campo emozionante del sistema normativo della città. Agile può essere applicato alla politica e a WeMake saremmo più che felici di aprire un tavolo con il comune per capire come.

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